Chiesa Madre

Casteltermini

on line

  Pagina aperta: Commento Vangelo

 

 

 
Home
Scuola di Formazione Cristiana
Le News
Commento Vangelo
Arciprete
Elenco Arcipreti
Album Fotografico
Chiesa Madre
Le altre Chiese
Oratorio
Gruppi Parrocchiali
Corsi di Preparazione
Feste e ricorrenze
Opuscoli Pubblicati
Missione 2010
Link
Libro degli Ospiti

Mappa Sito

Redazione e Realizzazione

 

 

 

 

Bookmark and Share

Torna indietro

Riflessione sul Vangelo Festivo

a cura del Diacono Gaetano Bellino

 

Anno Liturgico 2009-2010 (Anno C)

 

 

24 Gennaio 2010 - III Domenica del tempo Ordinario (Anno C)

Pubblicato: domenica 17 gennaio 2010

Se vuoi, prima di leggere la riflessione, clicca qui per le letture dal Lezionario

Le letture di questa domenica propongono un messaggio comune: il compimento della Parola di Dio. «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»: questa affermazione di Gesù nella sinagoga di Nazareth, è il cuore della liturgia della parola di questa domenica, che offre alla nostra riflessione tre passi della Scrittura che si illuminano e si completano a vicenda; tre brani diversi, collocati in tre diversi momenti della Storia della rivelazione e che sono tenuti insieme dalla centralità che la Parola di Dio ha nella vita dell’uomo.

Circa 400 anni prima di Cristo i giudei, tornati dall’esilio a Babilonia, grazie al favore dei re persiani Ciro e Artaserse, cominciano a ricostruire il tempio e le mura della città e a riorganizzare la loro vita di fede e di culto a Dio. Ma la vera ricostruzione è quella che deve operarsi a livello di coscienza nazionale: i lunghi anni di esilio, la convivenza con popolazioni idolatre avevano, infatti, affievolito la consapevolezza di essere il popolo di Dio.

Questa rinascita religiosa avviene attorno al libro che il Sacerdote Esdra proclama solennemente davanti al popolo radunato: “il libro della legge di Dio”.

Attraverso questa lettura il popolo, con grande emozione, ripercorre la sua storia passata, riletta come storia di fede e di alleanza con Dio, ma anche come storia di colpa e di peccato. Il sacerdote Esdra con i suoi collaboratori, gli scribi, cioè gli studiosi e gli amanti della Parola di Dio, aiutano il popolo a comprendere quanto viene letto, perché non si tratta di una parola magica, efficace semplicemente se letta ed ascoltata, ma di una parola che va compresa. Come in un dialogo tra Dio ed il suo popolo, la Parola di Dio è una provocazione ed un invito divino al dialogo, che va compresa con tutto il cuore perché le si possa rispondere.

La prima risposta che Esdra propone è di cessare di piangere e di fare festa: il fatto che Dio voglia parlare al suo popolo è, infatti, una meravigliosa notizia che deve produrre gioia.

Con una bellissima sintesi il Concilio afferma che Dio vuole comunicare il suo profondo desiderio di stringere un legame di intensa amicizia con ciascuno di noi dicendo che: «nella sacra Scrittura Dio parla agli uomini come ad amici.

Spesso il nostro ascolto della Parola di Dio è segnato dalla tristezza e dalla noia, perché parte in maniera sbagliata: ci attendiamo rimproveri, pie esortazioni, prediche noiose. Dio invece parla da amico per stringere amicizia.

Il passo del libro di Neemia contiene delle preziose indicazioni sul modo in cui avvicinarsi alla Scrittura, disporsi all'ascolto, alla comprensione ed all' accoglienza profonda della Parola. L'ascolto della sacra Scrittura è un atto solenne, che tutta l'assemblea compie, assieme al sacerdote, un ascolto che si prolunga nel tempo e dura per quasi tutto il corso del giorno. è, dunque, di vitale importanza accogliere e conoscere la legge di Dio che deve animare e accompagnare ogni passo della vita. Per questo  ci dobbiamo accostare al testo Sacro, non come ad una qualunque lettura, ma come ad una lettura scelta e preparata con cura, che coinvolga mente e cuore, una lettura non occasionale, ma assidua e continua ed in un clima di preghiera, come il testo di Neemia dice chiaramente: “Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra, dinanzi al Signore”.

Una lettura, dunque, fatta oltre che con fede, con un amore che nasce dal più profondo desiderio di ristabilire un rapporto intimo con Dio. È sempre il passo di Neemia a dirci che: “tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge”: è la commozione che prende l’anima, ricolma della luce di Dio, quella luce che muove alla conversione, cui fa seguito l’esperienza del perdono, che apre gli occhi e ci fa vedere chi "non ha nulla di preparato".. In tal modo, dalla Parola, viene all’uomo quella gioia profonda, che nel testo è detta: “la gioia del Signore”: la vera forza interiore dell’uomo credente.

La comunità dei Corinzi ai quali Paolo scrive (II Lettura) è ancora ben lontana da tutto questo: è divisa in sette in lotta tra loro per accaparrarsi la supremazia sull’annuncio del Vangelo. Ma c’è anche di più, la divisione si ripercuote anche nei segni più belli dell’unità: nei pasti in comune che precedono l’Eucarestia si manifesta l’egoismo dei più ricchi! Alcuni cristiani, inorgogliti per i loro carismi, tendono a dominare sugli altri. Reagendo contro queste deviazioni l’Apostolo indica come dovrebbe essere la comunità cristiana dove è presente il Cristo: un corpo armonioso nel quale ognuno trova il suo posto per il bene di tutti.

Nel brano del Vangelo anche Gesù, come Esdra, apre il libro della Parola di Dio, davanti ai suoi compaesani di Nazareth, e legge un brano di Isaia: “lo Spirito del Signore è su di me...”. È una chiara profezia sulla venuta del messia che Gesù legge dall’Antico Testamento, ma non sino alla fine. Il brano di Isaia, infatti, si concludeva con una frase tremenda: “… e darà inizio ad un giorno di vendetta per il nostro Dio”.

Gesù, venuto a dare compimento alle Scritture, quindi a dare anche una lettura più piena e corretta delle parole dell’Antico Testamento, evita di leggere questa frase. La sua rivelazione del mistero di Dio Padre supera le stesse parole di Isaia che, da uomo del suo tempo, non riusciva ad immaginare un Dio che ama il suo popolo se non come un Dio che lo difende, minacciando vendetta ai suoi nemici.

Quante volte anche noi ragioniamo così, invocando da Dio un castigo ed una condanna senza appello per i malvagi, che suona tanto come una vendetta!

Gesù viene ad annunciare con la sua carne un Dio che non solo vuol essere amico dell’uomo, ma che si fa uomo. Non solo vuol convertire i peccatori, ma muore per loro. Non solo vuol dare speranza di fronte al timore della morte, ma risorge e promette la resurrezione.

Dopo la lettura del passo, non ci fu alcun commento, come invece avveniva con gli abituali predicatori nelle riunioni della sinagoga, solo il silenzio e un’attesa colma di stupore; nota l’Evangelista: “gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui”; ma a quanti attendevano, di udire le sue parole, il Maestro disse soltanto una frase, la cui potenza è immensa: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udita con i vostri orecchi”.

Gesù non dà la spiegazione ma richiama l’attenzione sull’evento che lo compie: la sua venuta.

Con la sua venuta l’attesa del profeta è compiuta. In tal modo Gesù si proclama Messia ed esprime la propria missione ricorrendo alle parole del profeta: si identifica con la sua attesa, ma si distacca quando dichiara che è compiuta “oggi”. L’“oggi” è la novità di Gesù.

“Oggi” non è soltanto una nota cronologica riguardante Gesù: si prolunga nel tempo della Chiesa: è il tempo messianico che è in svolgimento: è l’“Oggi” di Dio.

La missione di Gesù è particolarmente in direzione dei poveri e degli oppressi, degli sfortunati, di tutti quegli uomini che, in altre parole, ne hanno bisogno, sono più sfortunati degli altri, emarginati. Potremmo riformulare la lieta notizia di Gesù in questi termini: «Dio ama ogni uomo, senza differenze, dunque ogni uomo conta, ogni uomo è prezioso». Non ci sono di fronte a Dio emarginati, anzi gli ultimi sono per lui i primi. Gesù porta la buona notizia dell’Amore infinito di Dio a tutti. La parola “poveri” significa: i poveri di spirito, i poveri materialmente, gli umili, coloro che aspettano e confidano nella Provvidenza del Padre; ma “povero” è ogni uomo, quando non è padrone della sua vita, quando è debole, fragile, peccatore.

Gesù è vangelo, buona notizia, gioia e speranza per tutti, Gesù porta la liberazione vera da ogni schiavitù, dà la luce della verità e porta il senso della vita e delle cose: “dà la vista ai ciechi”. Gesù porta la vera liberazione di fronte a ogni oppressione morale, materiale, di fronte agli sfruttamenti, alle ingiustizie, alle manipolazioni; di fronte all’oppressione del proprio limite e del proprio peccato: “rimette in libertà gli oppressi”. Gesù porta ogni grazia e ogni misericordia, ogni rinnovamento, con la possibilità di ricominciare come da capo: “proclama l’anno di grazia del Signore”. Gesù permette di rinnovare tutte le cose, di credere, e vivere l’impossibile: “Nulla è impossibile a Dio”.

Come Gesù salvava ed evangelizzava durante la sua esistenza terrena attraverso il suo corpo fisico, così ora parla, evangelizza e salva attraverso il corpo che è la comunità cristiana. Consapevoli di essere corpo di Cristo e sue membra vive, facciamo che la nostra vita sia un canto di lode e ringraziamento a Dio.

Inizio Pagina

Torna indietro

HomePage

 

 

Bookmark and Share

 

 

Riepilogo per data

Su
8 Agosto 2010
1 Agosto 2010
25 Luglio 2010
18 Luglio 2010
11 Luglio 2010
4 Luglio 2010
27 Giugno 2010
20 Giugno 2010
13 Giugno 2010
6 Giugno 2010
30 Maggio 2010
23 Maggio 2010
16 Maggio 2010
9 Maggio 2010
2 Maggio 2010
25 Aprile 2010
18 Aprile 2010
11 Aprile 2010
4 Aprile 2010
28 Marzo 2010
21 Marzo 2010
14 Marzo 2010
7 Marzo 2010
28 Febbraio 2010
21 Febbraio 2010
17 Febbraio 2010
14 Febbraio 2010
7 Febbraio 2010
31 Gennaio 2010
24 Gennaio 2010
17 Gennaio 2010
10 Gennaio 2010
6 Gennaio 2010
3 Gennaio 2010
1 Gennaio 2010
27 Dicembre 2009
25 Dicembre 2009
20 Dicembre 2009
13 Dicembre 2009
8 Dicembre 2009
6 Dicembre 2009
29 Novembre 2009


Home ] Scuola di Formazione Cristiana ] Le News ] [ Commento Vangelo ] Arciprete ] Elenco Arcipreti ] Album Fotografico ] Chiesa Madre ] Le altre Chiese ] Oratorio ] Gruppi Parrocchiali ] Corsi di Preparazione ] Feste e ricorrenze ] Opuscoli Pubblicati ] Missione 2010 ] Link ] Libro degli Ospiti ]

 

Chiesa Madre Casteltermini

Piazza Duomo 92025 Casteltermini (AG)  tel. +39 0922 916234

pagine ottimizzate per la risoluzione del monitor di: 1024 x 768 pixel

se per mero errore è stato pubblicato materiale protetto da diritti d'autore e/o che violi le vigenti

norme sulla Privacy vi preghiamo  di comunicarcelo e sarà rimosso immediatamente
 

RESPONSABILE: Arciprete Don Giovanni Di Liberto.

Web Master: Ing. Vincenzo Galione 

Ultimo aggiornamento: 14-01-10