Chiesa Madre

Casteltermini

on line

  Pagina aperta: Commento Vangelo

 

 

 
Home
Scuola di Formazione Cristiana
Le News
Commento Vangelo
Arciprete
Elenco Arcipreti
Album Fotografico
Chiesa Madre
Le altre Chiese
Oratorio
Gruppi Parrocchiali
Corsi di Preparazione
Feste e ricorrenze
Opuscoli Pubblicati
Missione 2010
Link
Libro degli Ospiti

Mappa Sito

Redazione e Realizzazione

 

 

 

 

Bookmark and Share

Torna indietro

Riflessione sul Vangelo Festivo

a cura del Diacono Gaetano Bellino

 

Anno Liturgico 2009-2010 (Anno C)

 

 

1 Gennaio 2010 - Maria Santissima Madre di Dio

Pubblicato: lunedì 28 dicembre 2009

Se vuoi, prima di leggere la riflessione, clicca qui per le letture dal Lezionario

Sono trascorsi otto giorni dalla celebrazione del Natale e la liturgia eucaristica ci propone il medesimo passo del Vangelo; c’è un solo versetto in più: “Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre”. Un versetto breve, ma determinante, perché mette in evidenza la vocazione di Maria: l’obbedienza a Dio.

Il termine obbedienza può suonare sgradevole, dato che spesso viene associato ad una qualche costrizione; ma considerando la sua etimologia, ob-audire, ascoltare-da, tutto cambia, soprattutto, se la Persona che si ascolta è Dio.

La maternità della Vergine incomincia dall’ascolto, come nota S. Agostino, il quale scrive che Maria “prima concepì nella mente e poi nella carne “

Maria di Nazareth, Madre di Dio, è la donna dell’ascolto fiducioso e fedele della volontà di Dio, che è amore salvifico.

Maria, la Madre di Dio, nella sua esistenza terrena non conobbe privilegi, né gloria; seguì quel figlio per trentatre anni, restando prevalentemente nell’ombra.

Sapeva di vivere “la pienezza dei tempi” perché Dio stesso era sceso nel tempo, per mezzo suo, ma non sempre capiva, vicende, eventi, parole che si riferivano a Lui; ne faceva, comunque, oggetto di riflessione e le conservava nel cuore.

Giunse poi il tempo del ministero pubblico di quel figlio, veramente unico, e giunse il dramma finale che Maria visse senza che a noi sia giunta una sua parola; ai piedi della croce, i Vangeli ci dicono che “stava”, perfettamente unita a Lui, perfettamente obbediente al Padre, pienamente Madre, in una maternità “nuova”

Maria è il bene smisurato lasciato in testamento a noi dal Redentore morente: «donna, ecco tuo figlio»; da allora, sino alla fine del tempo, la Madre di Dio è presente tra gli uomini, per guidarli, proteggerli e precederli nella gloria finale.

In questo giorno la Chiesa invoca la benedizione e la pace sul mondo intero, perché il tempo e la storia siano secondo il progetto di Dio che vuole gli uomini tutti fratelli, perché suoi figli.

Maria, che oggi festeggiamo Madre del Dio Redentore, è la donna della pace, la Regina della pace. Una pace che non dipende dalle circostanze ma dal cuore. Lei custodiva la Parola di Dio nel suo cuore e la Parola di Dio crea pace. E sul suo esempio particolarmente ogni donna e ogni famiglia deve essere costruttrice di pace. Diceva Madre Teresa: “Se non ci sarà pace nel seno di una donna, non ci sarà pace nel mondo”.

La Chiesa oggi, oltre che parlarci di pace ed invitarci a costruire la pace con l’amore, ci mette tutti sotto la protezione e la guida di Maria, “donna di pace e di grande amore”. Donna che ha saputo attraversare la difficile vita con Giuseppe e Gesù a Betlemme, accettando con sofferenza e serenità l’odio di Erode, che voleva uccidere Gesù fuggendo in Egitto. E chissà quante volte si è imbattuta, nella vita di tutti i giorni a Nazareth, con la quotidiana cattiveria, che non risparmia nessuno, neppure i buoni. Chissà quante volte ha tremato per il Figlio, durante la vita pubblica, a volte amato, a volte odiato, solo perché indicava ed era la Verità.

In Gesù Cristo Dio assume, infatti, un corpo di carne e assimila in pienezza (eccettuando il peccato) la materialità del corpo umano; ed è per questo che doveva necessariamente nascere “da donna”.

Come conseguenza logica, ne deriva che Maria è madre di Dio; madre cioè del Dio fattosi carne allo scopo di apportare la nostra salvezza. Facendosi uomo, poi, il Figlio di Dio non cessò di essere Dio, ma per un mistero ineffabile della nostra fede coniugò umanità e divinità e questo ancora una volta attesta la legittimità del titolo donato a Maria: Madre di Dio.

I non cattolici potrebbero obiettare su tanti altri titoli da noi attribuiti alla Vergine, quali Immacolata o Assunta, ma a ragion di logica quello di Madre di Dio dovrebbe essere da tutti i cristiani universalmente condiviso, anche perché attestato categoricamente nell’espressione di Elisabetta: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1, 48); ma al di là delle considerazioni teologiche, questo titolo assume una rilevanza anche per l’umanità stessa, che vede in Maria un ulteriore espressione dell’amore di Dio nei suoi confronti.

Maria è stata definita anche “tabernacolo del Dio Altissimo”, perché lei per prima ha portato nel suo grembo verginale il Salvatore del mondo, in corpo, sangue, anima e divinità. Lo stesso Salvatore che noi riceviamo, nel mistero della SS. Eucaristia,

Maria porta nel suo grembo e dà alla luce il Principe della pace. È lei che ha assaporato in modo unico e singolare questo dono natalizio e pasquale, che è la pace fondata in Cristo e che da Lui assume valore e significato vero. Ed è a Maria che la Chiesa e l’umanità intera si rivolge in questo giorno iniziale del nuovo anno per chiedere al Signore il dono della pace.

Il Concilio ci ha insegnato a guardare a Maria come alla “figura” della Chiesa, cioè suo modello perfetto e sua primizia. Allora anche noi, che siamo Chiesa, imitando Maria possiamo e dobbiamo diventare “madri di Cristo”.

Alcuni Padri della Chiesa sono arrivati a dire che, senza questa imitazione, il titolo di Maria sarebbe inutile per me: “Che giova a me, dicevano, che Cristo sia nato una volta da Maria a Betlemme, se non nasce anche per fede nella mia anima?”. Gesù stesso iniziò questa applicazione alla Chiesa del titolo di “Madre di Cristo”, quando dichiarò: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8, 21). La liturgia odierna ci presenta Maria come la prima di coloro che diventano madri di Cristo mediante l’ascolto attento della sua parola. Ha scelto infatti, per questa festa, il brano evangelico dove è scritto che “Maria, da parte sua, serbava tutte queste parole meditandole nel suo cuore”.

Scrive Raniero Cantalamessa: «Vi sono due maternità incomplete o due tipi di interruzione di maternità: una è quella, antica e nota, dell’aborto; essa ha luogo quando si concepisce una vita ma non si partorisce, perché, nel frattempo, o per cause naturali o per il peccato degli uomini, il feto è morto. Un altro consiste, all’opposto, nel partorire un figlio senza averlo concepito. Così avviene nel caso di figli concepiti in provetta e nel caso desolante e squallido dell’utero dato in prestito per ospitare, magari a pagamento, vite umane concepite altrove. In questo caso, quello che la donna partorisce, non viene da lei, non è concepito “prima nel cuore che nel corpo”.

Purtroppo, anche sul piano spirituale ci sono queste due tristi possibilità. Concepisce Gesù senza partorirlo chi accoglie la Parola, senza metterla in pratica, chi continua a fare un aborto spirituale dietro l’altro, formulando propositi di conversione che vengono poi sistematicamente dimenticati e abbandonati a metà strada. Insomma, chi ha la fede, ma non ha le opere.

Partorisce, al contrario, Cristo senza averlo concepito chi fa tante opere, magari anche buone, ma che non vengono dal cuore, da amore per Dio e da retta intenzione, ma piuttosto dall’abitudine, dall’ipocrisia, dalla ricerca della propria gloria e del proprio interesse, o semplicemente dalla soddisfazione che dà il fare, l’agire. Insomma, chi ha le opere, ma non ha la fede».

Dio ha in mente per ciascuno di noi un viaggio strepitoso, in-credibile, eccezionale. Ma non può farlo, se noi non ci fidiamo di Lui, se noi resistiamo, se noi continuiamo ad opporci, a voler dirigere da noi la nostra vita, a voler stabilire noi cosa è meglio per noi. Dio sceglie e può agire solo in chi è disponibile, solo in chi si fida, solo in chi può dire, come Maria: “Va bene, non so dove mi vuoi portare, ma mi fido di te. Sia ciò che dev’essere e andiamo! Dirigi tu la mia vita e io ti seguirò”.

Dio ha potuto fare ciò che ha fatto con Maria perché lei è stata disponibile. Ma Dio sceglie tutti, bisogna solo dirgli: “Sì”, e poi lasciarsi portare.

Nessuno garantisce che sia un viaggio facile; a tutti viene garantito che sarà intenso, che ci realizzerà e che ci farà diventare qualcosa che non avremmo neanche mai lontanamente pensato di diventare nei nostri più lontani sogni.

Celebrare Maria, donna del sì, ad inizio anno vuol dire imparare da lei. “Sì, Signore voglio farmi portare da te; conducimi e io ti seguirò. E andremo lontano!”.

E qualunque cosa mi succeda ti dirò: “Sì”.

In questo sta la pace.

Buon anno.

 

Inizio Pagina

Torna indietro

HomePage

 

 

Bookmark and Share

 

Riepilogo per data

Su
8 Agosto 2010
1 Agosto 2010
25 Luglio 2010
18 Luglio 2010
11 Luglio 2010
4 Luglio 2010
27 Giugno 2010
20 Giugno 2010
13 Giugno 2010
6 Giugno 2010
30 Maggio 2010
23 Maggio 2010
16 Maggio 2010
9 Maggio 2010
2 Maggio 2010
25 Aprile 2010
18 Aprile 2010
11 Aprile 2010
4 Aprile 2010
28 Marzo 2010
21 Marzo 2010
14 Marzo 2010
7 Marzo 2010
28 Febbraio 2010
21 Febbraio 2010
17 Febbraio 2010
14 Febbraio 2010
7 Febbraio 2010
31 Gennaio 2010
24 Gennaio 2010
17 Gennaio 2010
10 Gennaio 2010
6 Gennaio 2010
3 Gennaio 2010
1 Gennaio 2010
27 Dicembre 2009
25 Dicembre 2009
20 Dicembre 2009
13 Dicembre 2009
8 Dicembre 2009
6 Dicembre 2009
29 Novembre 2009


Home ] Scuola di Formazione Cristiana ] Le News ] [ Commento Vangelo ] Arciprete ] Elenco Arcipreti ] Album Fotografico ] Chiesa Madre ] Le altre Chiese ] Oratorio ] Gruppi Parrocchiali ] Corsi di Preparazione ] Feste e ricorrenze ] Opuscoli Pubblicati ] Missione 2010 ] Link ] Libro degli Ospiti ]

 

Chiesa Madre Casteltermini

Piazza Duomo 92025 Casteltermini (AG)  tel. +39 0922 916234

pagine ottimizzate per la risoluzione del monitor di: 1024 x 768 pixel

se per mero errore è stato pubblicato materiale protetto da diritti d'autore e/o che violi le vigenti

norme sulla Privacy vi preghiamo  di comunicarcelo e sarà rimosso immediatamente
 

RESPONSABILE: Arciprete Don Giovanni Di Liberto.

Web Master: Ing. Vincenzo Galione 

Ultimo aggiornamento: 28-12-09