Chiesa Madre

Casteltermini

on line

  Pagina aperta: Commento Vangelo

 

 

 
Home
Scuola di Formazione Cristiana
Le News
Commento Vangelo
Arciprete
Elenco Arcipreti
Album Fotografico
Chiesa Madre
Le altre Chiese
Oratorio
Gruppi Parrocchiali
Corsi di Preparazione
Feste e ricorrenze
Opuscoli Pubblicati
Missione 2010
Link
Libro degli Ospiti

Mappa Sito

Redazione e Realizzazione

 

 

 

 

Bookmark and Share

Torna indietro

Riflessione sul Vangelo Festivo

a cura del Diacono Gaetano Bellino

 

Anno Liturgico 2009-2010 (Anno C)

 

 

13 Dicembre 2009 - III Domenica di Avvento (Anno C)

Pubblicato: martedì 8 dicembre 2009

Se vuoi, prima di leggere la riflessione, clicca qui per le letture dal Lezionario

È la Domenica del “Gaudete” (Rallegratevi), dalle parole che S. Paolo rivolge ai fedeli di Filippi e che la Liturgia rivolge a noi perché il Natale è ormai alle porte e quindi ci invita a rivivere quei momenti che, immediatamente, precedettero la venuta del Salvatore.

Il vero motivo della gioia: “il Signore è vicino!”.

Rallegratevi nel Signore, sempre, ve lo ripeto, rallegratevi: il Signore è vicino”. “Non temere, non lasciarti cadere le braccia: il Signore Dio che è vicino a te, è un salvatore potente”.

Motivazione della gioia: perché il Natale è vicino? Argomento piuttosto povero: che il Natale sia un evento gioioso è fuori dubbio; che bisogna cominciare a godere due domeniche prima potrebbe sembrare una forzatura. Indipendentemente dal godere oggi o fra qualche giorno, quello che la Liturgia vuole ricordarci è che Cristo è stato per il mondo portatore di gioia, che il messaggio di salvezza è un messaggio di gioia.

La salvezza è sempre elemento di gioia; chi è scampato ad un pericolo è sempre contento. Una salvezza che non dà gioia non è salvezza.

L’idea che ha preso il sopravvento nella logica della società di oggi è che per essere contenti, ci vuole...qualche peccato! «Se ci togliete qualche peccatuccio... che cosa ci resta?». Se così fosse, la salvezza starebbe effettivamente all’opposto, perché la salvezza è liberazione dal peccato. C’è confusione di linguaggio e, soprattutto, confusione di idee. Il peccato, specialmente del sesso, della vendetta, della violenza, del furto quando riesce, procura piacere, ma una cosa è il piacere altra cosa è la gioia.

Gioia è serenità, pace con tutti; anche piacere, ma ordinato come il piacere del sesso nel contesto del matrimonio, piacere del dovere compiuto, del raggiungimento di uno scopo. Piacere e gioia possono coincidere, ma possono anche stare all’opposto.

Si può provare persino piacere di aver ucciso una persona, mai gioia! Piacere e gioia coincidono nell’uso del sesso nel matrimonio, divergono nell’uso del sesso in caso di adulterio: in questi casi il piacere dei sensi è lo stesso, la risonanza e la successiva disposizione di animo è completamente diversa.

A lungo andare il piacere ricercato come fine a sé stesso produce nausea, squilibri, esasperazione. La gioia è fonte di salute spirituale e fisica: è la migliore medicina per tutte le malattie.

Il peccato ci impedisce di essere felici quando lo mettiamo come un diaframma tra noi e Dio; se invece mettiamo Dio tra noi e il peccato, allora torna la serenità e la felicità. La fede è sempre fonte di gioia.

Con l’avvento del Figlio di Dio nella Storia, l’uomo non ha più ragione di temere, perché non cammina più solo tra le tenebre della vita, ma ha affianco a sé il suo Salvatore: “Il Signore ha revocato la tua condanna, ci dice ancora il Profeta, ha disperso il tuo nemico....tu non vedrai più la sventura”; infatti, non ci sarà più condanna per l’uomo, ridiventato amico, anzi figlio di Dio, nel Cristo che gioisce per la nostra salvezza, come dirà un giorno ai suoi discepoli: “Ci sarà gioia nel cielo più per un peccatore che si converte, che non per noventanove giusti, che non hanno bisogno di conversione.”(Lc.15,7); è Lui, il Salvatore, che ci fa nuovi con il suo amore, quell’amore infinito che, come ci dice ancora Sofonia, lo fa “gridare di gioia”.

Giovanni il Battista che ci predispone all’avvento del Salvatore ci prepara anche a quella che dovrà essere la nostra parte nell’opera della Salvezza, perché essa non può esserci senza la nostra libera cooperazione. “Che dobbiamo fare?”, chiedeva la gente a Giovanni. La sua risposta era un pressante invito a metter le cose in ordine, a non far del male, ad operare la giustizia. Il battesimo che egli amministrava era solo un segno ed un invito di purificazione e di pulizia morale, ma quello di “Colui che stava per venire” sarebbe stato un Battesimo di “fuoco e di Spirito Santo”, di Giustizia e di Santità.

Giovanni Battista ci dice come dobbiamo vivere l’Avvento, come dobbiamo vivere davanti al Signore, nell’attesa di Lui, come dobbiamo vivere la vita, nella scelta dei valori fondamentali. Alla domanda: Che cosa dobbiamo fare? Egli risponde: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare faccia altrettanto”.

Gesti concreti che ci fanno vivere la conversione del cuore e della vita, la giustizia e ci permettono di dare dignità e possibilità di esistenza a chi ci è fratello, ovunque si trovi!

Come è attuale e necessario questo richiamo nel mondo di oggi che vive le forme più gravi dell’ingiustizia: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri (o impoveriti, a causa dello spreco dei ricchi).

Come cristiani siamo chiamati per primi alla conversione, cioè a servire la verità e la dignità di ogni vita, di ogni persona. Siamo chiamati a vivere la sobrietà, per non lasciarci scivolare nella logica del consumismo e dello spreco, per imparare a condividere con gli altri quanto abbiamo. “è dando che si riceve...” dice una preghiera di S. Francesco.

La forza di persuasione di Giovanni il Battista e tanta sua autorevolezza, avevano suscitato il dubbio in coloro che lo ascoltavano, che egli fosse il Messia; ma, alla loro domanda, Giovanni risponde: «...viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali...»; egli è solo un uomo, illuminato dallo Spirito, ma, come tutti gli altri, in attesa del Messia, all’avvento del quale preparava gli animi; è colui il quale dà voce alla “Parola” ed il battesimo che egli amministra è solo un segno, ma il Cristo che viene, il Figlio, l’Agnello di Dio, la Parola di Dio incarnata, Egli è l’unico che possa, realmente, togliere il peccato ed è questo il senso delle parole: “non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali”; c’è un abisso tra Giovanni e il Messia, lo stesso abisso che corre tra l’uomo e Dio.

Del Cristo che viene, il Battista, traccia un ritratto al quale siamo poco abituati: un Cristo esigente, quasi duro, che non ammette mezze misure, che sembra non tener conto della fragilità e dell’incoerenza, proprie dell’uomo; Giovanni ancora non sa che il Figlio di Dio non metterà la “scure alla radice” (Lc. 3,9), ma darà tempo, anche all’albero sterile, di fruttificare e che, come annunciava Isaia: “non farà sentire, alta, la sua voce nelle piazze, non spezzerà la canna incrinata, né spegnerà il lucignolo vacillante....” ( Is. In Mt. 12,19-21); ma, come il buon pastore, andrà alla ricerca della pecora smarrita e la riporterà al sicuro, reggendola sulle spalle.

Le risposte di Giovanni non sono accomodanti, non accarezzano i vizi, non sminuiscono la gravità del male che gli viene presentato, ma lasciano una possibilità di cambiamento, indicano la necessità della conversione e propongono dei gesti possibili per rinnovare il proprio stile di vita.

Le risposte che, purtroppo, ci vengono propinate, in tutti i toni, dai mass media sono fatte di ricette tutte condite con i verbi dell’egoismo dilagante:

“sistemarsi, realizzarsi, arrangiarsi, divertirsi”.

Ma queste formule, spacciate come miracolose, danno poi la felicità che promettono?

«Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!»

I gravi peccati contro il sesto comandamento non possono essere taciuti ne passare sotto silenzio perché la cultura dominante di questa nostra società legittima assurdi comportamenti immorali in campo sessuale. Noi abbiamo il dovere di denunciare tutto il male in questo campo e di mettere un freno ad esso proponendo, non solo a parole, ma con la testimonianza di vita  che sia di totale rispetto della dignità e della sacralità di ogni persona umana.

In questo senso la solennità dell’Immacolata è un forte appello al recupero della dignità di ogni persona umana, dal concepimento al suo naturale termine. Una persona fatta ad immagine e somiglianza di Dio, anche se fragile e debole per le conseguenze del peccato originale, rimosso dal sacramento del battesimo, ma che comunque condiziona la nostra vita di relazione con Dio e con i fratelli.

Possiamo dire che la solennità dell’Immacolata va oltre i confini della festa religiosa e si colloca all’interno di un processo culturale e morale, sociale e politico che va a recuperare la dignità di tutte quelle persone  che sono offese ed umiliate in ogni angolo di questa nostra afflitta ed amareggiata valle di lacrime.

In questa prospettiva comprendiamo esattamente quello che scrive l’apostolo Paolo nel brano della lettera agli Efesini e che leggiamo come testo della seconda lettura. Noi siamo chiamati alla santità, alla purezza e modello di questo nostro itinerario di perfezione nella carità è la Vergine Immacolata, la donna caritatevole e generosa aperta con il suo purissimo cuore a tutte le richieste dei fratelli affamati, assetati, desiderosi non solo dei beni essenziali ma del Bene per eccellenza che è Dio.

Per realizzare questo modello di vita umana e cristiana abbiamo la necessità di lottare con maggior forza interiore, che solo la grazia di Dio può donarci, contro le forze del male che si annidano nel cuore dell’uomo e nella storia e negli avvenimenti di questi nostri tempi.

Tutto sarà possibile con Maria e con il suo aiuto materno che ci fa uscire dalle paludi e dalle sabbie mobili del peccato che attentano alla nostra vita personale e collettiva.

I dubbi e le incertezze di Maria nell’Annunciazione, di cui ci ricorda il testo del vangelo, vengono superati con il totale abbandono alla parola di Dio, con il recupero della piena fiducia in Dio, in quanto a Lui nulla è impossibile.

Chiediamo a Maria, in questo giorno solenne dell’immacolato suo concepimento, di ritrovare la bussola e l’orientamento per ripetere il nostro “Si” continuamente a Dio e metterci davvero e completamente nelle sue mani, perché noi “siamo opera delle sue mani” e gioia del suo cuore di Padre.

Maria ci conduca a Cristo, perché da Cristo, unico salvatore, redentore e mediatore possiamo attingere la forza necessaria di quella grazia santificante che ci liberi da ogni tentazione, da ogni male e da ogni peccato che insidia la nostra anima e la nostra salvezza eterna.

Inizio Pagina

Torna indietro

HomePage

 

 

Bookmark and Share

 

Riepilogo per data

Su
8 Agosto 2010
1 Agosto 2010
25 Luglio 2010
18 Luglio 2010
11 Luglio 2010
4 Luglio 2010
27 Giugno 2010
20 Giugno 2010
13 Giugno 2010
6 Giugno 2010
30 Maggio 2010
23 Maggio 2010
16 Maggio 2010
9 Maggio 2010
2 Maggio 2010
25 Aprile 2010
18 Aprile 2010
11 Aprile 2010
4 Aprile 2010
28 Marzo 2010
21 Marzo 2010
14 Marzo 2010
7 Marzo 2010
28 Febbraio 2010
21 Febbraio 2010
17 Febbraio 2010
14 Febbraio 2010
7 Febbraio 2010
31 Gennaio 2010
24 Gennaio 2010
17 Gennaio 2010
10 Gennaio 2010
6 Gennaio 2010
3 Gennaio 2010
1 Gennaio 2010
27 Dicembre 2009
25 Dicembre 2009
20 Dicembre 2009
13 Dicembre 2009
8 Dicembre 2009
6 Dicembre 2009
29 Novembre 2009


Home ] Scuola di Formazione Cristiana ] Le News ] [ Commento Vangelo ] Arciprete ] Elenco Arcipreti ] Album Fotografico ] Chiesa Madre ] Le altre Chiese ] Oratorio ] Gruppi Parrocchiali ] Corsi di Preparazione ] Feste e ricorrenze ] Opuscoli Pubblicati ] Missione 2010 ] Link ] Libro degli Ospiti ]

 

Chiesa Madre Casteltermini

Piazza Duomo 92025 Casteltermini (AG)  tel. +39 0922 916234

pagine ottimizzate per la risoluzione del monitor di: 1024 x 768 pixel

se per mero errore è stato pubblicato materiale protetto da diritti d'autore e/o che violi le vigenti

norme sulla Privacy vi preghiamo  di comunicarcelo e sarà rimosso immediatamente
 

RESPONSABILE: Arciprete Don Giovanni Di Liberto.

Web Master: Ing. Vincenzo Galione 

Ultimo aggiornamento: 28-12-09