NOTIZIE STORICHE SU SAN CALOGERO
La figura di San Calogero viene inquadrata nella seconda metà del secolo V fino alla prima metà del secolo successivo, che corrisponde al tempo che intercorre fra il concilio di Calcedonia (anno 451) ed il concilio 2° di Costantinopoli (553).
Il nome Calogero significa: vecchio, bello e buono, persona matura e degna di venerazione.
Calcedonia, la celebre città del Bosforo, fu la terra fortunata che diede i natali a San Calogero. Il monaco Sergio, del cenobio del monte Kronio, vissuto nel IX secolo, afferma: "avendo lasciato il patrio suolo di Calcedonia, Calogero venne in Sicilia". I genitori educarono Calogero, fin dall'infanzia, infondendo un grande amore a Gesù e a Maria, alla preghiera, al sacrificio ed allo studio del Vangelo. Certamente fu affidato alla guida illuminata di qualche Santo monaco. Calogero sentì insistente l'invito evangelico: "se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che hai, dallo ai poveri ed avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi".
Nel 485 avvenne lo scisma di Acacio, patriarca di Costantinopoli, che voleva fare di questa città la nuova Roma, si ribellò al Papa, San Felice III lo scomunicò.
I monaci cominciarono a lottare contro Acacio ed a predicare la sana dottrina. Diversi monaci e religiosi, e anche semplici cristiani, preferirono lasciare la patria in stato di lotta, per andare a lavorare apostolicamente altrove. Proprio in questo tempo, Gregorio, il diacono demetrio, San Calogero e molti cristiani, preferirono lasciano Costantinopoli e vengono in Sicilia, per divulgare la fede nella SS. Trinità e nelle verità principali della religione cattolica.
La provvidenza volle che sbarcassero prima a Lipari, ove ci sono ricordi di San Calogero poi a Marsala. Per questo il monaco Sergio cantava nei suoi carmi "dall'oriente sei approdato in Sicilia, come sappiamo dai nostri maggiori, assieme a Gregorio tuo arcigerarca, Demetrio diacono, detestando la superstizione idolatrica".
I due compagni, Gregorio e Demetrio, furono martirizzati a Marsala, celeberrimi e fortissimi martiri di Cristo, San Calogero continuò il suo viaggio verso la città di Sciacca (AG) dove conquistò alla fede i suoi abitanti.
La forza della predicazione, l'esempio delle virtù eroiche, gli straordinari prodigi e guarigioni miracolose irradiarono in tutta la Sicilia la fama di questo Santo e molti abbracciarono la fede cattolica.
Il suo fisico robusto e la grazia di Dio che l'accompagnava gli davano la forza di fare lunghi viaggi per la Sicilia; ma quando fu impossibilitato di uscire dalla grotta si rallegrò che una cerva gli dava il latte. Passò gli ultimi anni della sua vita nella preghiera e nella penitenza nella grotta del monte Kronio dove all'alba del 18 giugno del 550 circa rese lo spirito a Dio; il suo corpo fu posto accanto a quello dei suoi compagni Demetrio e Gregorio.
Da quel momento la grotta del Kronio divenne il centro del culto di San Calogero. Nel 1490 il corpo di San Calogero fu portato nel celebre monastero di Fragalà, vicino a Frazzanò (ME) dove un'antica tradizione diceva che il Santo vi aveva edificato un oratorio cenobitico nel 490 e dove il corpo del Santo è conservato e venerato.