L'Interno della Chiesa Madre
Le prime mura della chiesa Madre furono innalzate nel 1629. A farsi carico delle spese fu il barone Gian Vincenzo Maria Termini e Ferreri, fondatore del paese. Questi successivamente, accortosi degli onerosi costi che avrebbe comportato tale costruzione, costrinse i cittadini del nascente comune ad occuparsi dell’edificazione della chiesa mentre egli avrebbe provveduto a costruire la sua casa-castello. Le attuali dimensioni della chiesa sono molto diverse rispetto a quelle della prima edificazione, di misure ridotte e che comprendeva una sola cappella. Nel 1648 furono completati i lavori di costruzione della cappella del Sacramento e della cappella di San Vincenzo Ferreri. Si dovrà attendere il 1782 per vedere completate la navata centrale e quella laterale di destra con le rispettive cappelle. E’ sicuro che nel 1752 il coro era già stato terminato e nello stesso anno, per volere del sac. Giovanni Agostino De Cosmi, venne ornato con un grande leggio ligneo , un graduale romano e una lapide in marmo per la sepoltura dei preti. Il sepolcreto è grande una trentina di metri, lo spazio è diviso da muretti e ciascuno di questi rappresenta una singola sepoltura. Nel1763 venne eretta la navata di sinistra e nel 1782 si procedette ai lavori di rifinitura della cappella dell’altare maggiore, del Sacramento, di quella dedicata a San Vincenzo Ferreri e di le altre cappelle ed altari. Nel 1782 la pianta della chiesa, rispetto a quella attuale, risultava arretrata di circa dieci metri e solamente nel 1869 venne avanzata. I lavori furono iniziati dal marammiere Vincenzo Messana e proseguiti dall’arch.Pietro Bugio, poiché il Messana pretendeva una revisione dei pezzi di costruzione che non gli fu accordata. La realizzazione della scalinata, indispensabile per accedere all’edificio sacro, fu realizzata dai fratelli Gaspare e Alfonso Mondello. Allo stato attuale la chiesa al suo interno si presenta a croce latina, a tre navate con dieci archi a tutto sesto, più altri due archi più piccoli, che sono quelli di collegamento con il prospetto. Oggi il Duomo conserva statue, quadri, oggetti e paramenti sacri di elevato valore artistico. La parete al di sopra dell’ultimo altare della navata destra è occupata da una grande tela, raffigurante l’Immacolata, dipinta da Padre Fedele Tirrito. A lui attribuita è anche la tela della SS. Trinità o esaltazione della croce, collocata nella navata di sinistra. Sopra l’altare maggiore del coro, sul muro dell’abside, campeggia la terza grande tela dell’artista, raffigurante l’Annunciazione. Sui muri laterali del coro, al di sopra dello stallo in noce, sono collocate due grandi tele del pittore palermitano Giuseppe Velasco: “Cristo e l’Adultera” e “ la Profanazione del tempio”. L’artista era solito firmare le sue opere con il cognome di Velasquez. Le tele furono restaurate alla fine del secolo XIX dal pittore palermitano G. Mosca. Un recente restauro, avvenuto nel 2001, è stato effettuato sulle tele del Tirrito a cura dell’Assessorato regionale dei beni culturali e ambientali. Molte delle statue di recente fabbricazione che adornano le cappelle della chiesa sono state realizzate dallo scultore castelterminese Michele Caltagirone, detto “Quarantino”. Inoltre,all’interno, si trovano monumenti sepolcrali in marmo policromo, nelle sacrestie grandi quadri in pittura a olio,raffiguranti arcipreti e uomini illustri del paese e preziosissimi paramenti sacri. Allo stato attuale gli interni della chiesa si presentano in ottime condizioni, la parte esterna è in uno stato di rovina e di decadimento.
[scritto da Dott. Arianna Baiamonte]
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