I
festeggiamenti in onore di San Calogero Eremita si svolgono a Casteltermini (AG)
la quarta domenica di agosto di ogni anno, già un mese prima il tradizionale
rullio di tamburi annuncia la preparazione alla festa e l’inizio del mese in
onore del santo, durante il quale si svolgono in Chiesa Madre ogni giorno
celebrazioni liturgiche e viene recitato il tradizionale
Rosario di San Calogero.
Il
forte sentimento religioso ed il fervore della tradizione popolare portano i
fedeli a recarsi in pellegrinaggio, recitando il Rosario di San Calogero, a
piedi scalzi all’altare dedicato al Santo che si trova nella Chiesa Madre, per
ringraziare il Santo per la grazia ricevuta.
Il Parroco, inoltre, durante il mese impartisce
la benedizione a particolari forme di pane, recate in Chiesa dai fedeli, che
raffigurano le parti del corpo beneficiati dal Santo o delle quali si chiede il
miracolo, altre forme tipiche di pane che vengono benedette raffigurano un
bambino: il cosiddetto picciliddru.
Molte sono le manifestazioni collaterali
socio-ricreative che il comitato organizza, tra queste ricordiamo:
“Giochi in piazza” negli
anni 1988-1992, che hanno visto coinvolti tutti i quartieri del paese;
mostra del pane;
mostra fotografica;
Convegno - studio sulla
storia del pellegrinaggio di San Calogero in Sicilia;
Solenne processione con
il
reliquiariocontenente le reliquie
dei Santi Calogero, Gregorio e Demetrio, proveniente dalla Basilica di San
Calogero al Monte di Sciacca (1993 e 2005);
“sagra della pasta di
san Calogero”;
Rappresentazione di San
Calogero nella gradinata della Chiesa di San Giuseppe mediante la
decorazione di tutte le alzate e la collocazione di lumini colorati nelle
pedate (2007,
2008
e 2009).
Quest'ultima singolare iniziativa che ha
suscitato molta commozione, tra il popolo castelterminese, è stata ideata e
realizzata dal comitato organizzatore dei festeggiamenti che ne ha curato,
ognuno secondo le proprie attitudini e professionalità, anche la
progettazione ed elaborazione grafica. La prima edizione della sagra della
Pasta venne effettuata nel 1995 ed è stata voluta dal comitato per
valorizzare la tradizione che vuole che, durante il pellegrinaggio della
domenica, al passaggio del simulacro del Santo, i fedeli preparano tale tipo
di pasta che, dopo essere stata benedetta, la distribuiscono alle persone
che in devoto pellegrinaggio accompagnano la statua del Santo per le vie del
paese fino al sagrato della Chiesa Madre, dove, con la benedizione, la
distribuzione dell’uva che è stata raccolta durante il pellegrinaggio si
concludono i solenni festeggiamenti in onore di San Calogero Eremita a
Casteltermini.
La
figura di San Calogero viene inquadrata nella seconda metà del secolo V fino
alla prima metà del secolo successivo, che corrisponde al tempo che intercorre
fra il concilio di
Calcedonia (anno 451) ed il concilio 2° di Costantinopoli (553).
Il
nome Calogero significa: vecchio, bello e buono, persona matura e degna di
venerazione.
Calcedonia, la celebre città del Bosforo, fu la terra fortunata che diede i
natali a San Calogero. Il monaco Sergio, del cenobio del monte Kronio, vissuto
nel IX secolo, afferma: "avendo lasciato il patrio suolo di Calcedonia, Calogero
venne in Sicilia". I genitori educarono Calogero, fin dall'infanzia, infondendo
un grande amore a Gesù e a Maria, alla preghiera, al sacrificio ed allo studio
del Vangelo. Certamente fu affidato alla guida illuminata di qualche Santo
monaco. Calogero sentì insistente l'invito evangelico: "se vuoi essere perfetto,
và, vendi quello che hai, dallo ai poveri ed avrai un tesoro nel cielo, poi
vieni e seguimi".
Nel 485 avvenne lo scisma di Acacio, patriarca di Costantinopoli, che voleva
fare di questa città la nuova Roma, si ribellò al Papa, San Felice III lo
scomunicò.
I
monaci cominciarono a lottare contro Acacio ed a predicare la sana dottrina.
Diversi monaci e religiosi, e anche semplici cristiani, preferirono lasciare la
patria in stato di lotta, per andare a lavorare apostolicamente altrove. Proprio
in questo tempo, Gregorio, il diacono demetrio, San Calogero e molti cristiani,
preferirono lasciano Costantinopoli e vengono in Sicilia, per divulgare la fede
nella SS. Trinità e nelle verità principali della religione cattolica.
La
provvidenza volle che sbarcassero prima a Lipari, ove ci sono ricordi di San
Calogero poi a Marsala. Per questo il monaco Sergio cantava nei suoi carmi
"dall'oriente sei approdato in Sicilia, come sappiamo dai nostri maggiori,
assieme a Gregorio tuo arcigerarca, Demetrio diacono, detestando la
superstizione idolatrica".
I
due compagni, Gregorio e Demetrio, furono martirizzati a Marsala, celeberrimi e
fortissimi martiri di Cristo, San Calogero continuò il suo viaggio verso la
città di Sciacca (AG) dove conquistò alla fede i suoi abitanti.
La
forza della predicazione, l'esempio delle virtù eroiche, gli straordinari
prodigi e guarigioni miracolose irradiarono in tutta la Sicilia la fama di
questo Santo e molti abbracciarono la fede cattolica.
Il
suo fisico robusto e la grazia di Dio che l'accompagnava gli davano la forza di
fare lunghi viaggi per la Sicilia; ma quando fu impossibilitato di uscire dalla
grotta si rallegrò che una cerva gli dava il latte. Passò gli ultimi anni della
sua vita nella preghiera e nella penitenza nella grotta del monte Kronio dove
all'alba del 18 giugno del 550 circa rese lo spirito a Dio; il suo corpo fu
posto accanto a quello dei suoi compagni Demetrio e Gregorio.
Da
quel momento la grotta del Kronio divenne il centro del culto di San Calogero.
Nel 1490 il corpo di San Calogero fu portato nel celebre monastero di Fragalà,
vicino a Frazzanò (ME) dove un'antica tradizione diceva che il Santo vi aveva
edificato un oratorio cenobitico nel 490 e dove il corpo del Santo è conservato
e venerato.